Aumento delle temperature, eventi climatici estremi che si fanno sempre più frequenti, siccità, alluvioni… Il futuro del Pianeta, stando a tutti i modelli climatici per i prossimi decenni, assomiglia sempre più a un’apocalisse biblica. E quindi non possono mancare le locuste, con le quali l’umanità si scontra regolarmente da millenni e che ancora oggi possono causare danni devastanti all’agricoltura di interi Paesi.
Ebbene, nei prossimi anni andrà sempre peggio: uno studio della Arizona State University pubblicato su Ecological Monographs prevede infatti che i cambiamenti climatici faranno aumentare di frequenza e intensità le invasioni di locuste nei prossimi anni – una piaga che mette a rischio anche le nostre scorte alimentari, e potrebbe preludere a un numero sempre crescente di carestie nei Paesi colpiti.. Al caldo si digerisce meglio. Le locuste passano gran parte del loro tempo in una forma innocua e soprattutto solitaria. Quando le condizioni sono favorevoli, però, escono da questo stato per diventare sociali, aggregandosi in sciami che possono comprendere decine di milioni di questi insetti (il più grosso mai registrato, che comparì sulle Montagne Rocciose nel 1875, ne comprendeva 3.5 milioni di milioni); gli sciami possono percorrere più di 100 km in un giorno, e consumare la stessa quantità di cibo di 35 persone.
Per capire in che modo questi insetti reagiranno al riscaldamento globale, il team di Arizona State ha costruito un modello informatico che combina le previsioni climatiche per i prossimi decenni con la fisiologia delle locuste, e in particolare la loro capacità di digerire il cibo in ambienti diversi. Non di ingerirlo: quello le locuste lo fanno indipendentemente dalla temperatura, e se serve sono in grado di tenerlo in pancia non digerito per qualche tempo, in attesa di spostarsi in un’area più favorevole per la digestione – e quindi più calda.
. Sempre più sciami. Più fa caldo, infatti, più rapidamente le locuste digeriscono il loro cibo. Questo significa che ne possono mangiare di più, ma anche che il loro sviluppo è più rapido: ci mettono di meno a riprodursi, e potrebbero quindi dare vita a tre diverse generazioni ogni anno (ora ne producono due, almeno nella zona studiata, cioè il Paraguay). Più generazioni significa anche più sciami e più invasioni, un problema peggiorato dal fatto che con il caldo le specie migratorie (tra cui quella studiata, Schistocerca cancellata) espanderanno il loro areale.
Stando al modello dello studio, il Sud America rischia di perdere il 20% in più del proprio raccolto nei prossimi anni, ed è probabile che un discorso simile si possa fare anche per le altre zone del mondo spesso colpite dalle locuste (Africa in primis). Insomma, il futuro dei raccolti di più o meno tutto il mondo è a rischio, e per colpa delle locuste potremmo trovarci nei prossimi decenni a dover affrontare sempre più carestie..

Di Redazione

Leopaper è il giornale OnLine degli studenti dell'ITT Leonardo da Vinci di Foligno (PG). Concepito da un'idea del Prof. Costanzo nel 2021 è venuto al mondo il 10 Ottobre del 2022.

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